Maxi frode, 1,7 milioni di euro scovati dal “cash-dog” Jumbo

Simona Cataldo

Si attendono gli interrogatori delle cinque persone arrestate ieri mattina dai Finanzieri, finite nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore su una maxi frode fiscale nel settore dei carburanti. L’accusa principale che la Procura nocerina muove nei confronti degli arrestati e di altri quattro indagati colpiti da misure restrittive è di associazione a delinquere. Il resto delle contestazioni comprende emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, ricettazione, riciclaggio e reimpiego di denaro provento di reato, omesso versamento d’imposta, sostituzione di persona, falso ideologico commesso da privato in atto pubblico. Nel giro di tre anni, tra il 2017 e il 2020, per l’accusa, gli indagati sarebbero stati in grado di produrre fatture per operazioni inesistenti per oltre 900 milioni evadendo il pagamento di oltre 160 milioni di euro di Iva. L’indagine partì nel luglio 2020 a seguito del sequestro di 1 milione e 700mila euro trovati nell’appartamento di uno degli arrestati, nascosti in barattoli di vetro, scatole di biscotti, e considerati profitto di reati tributari. Ieri, grazie al fiuto di Jumbo, il «cash dog» della Finanza, sono stati trovati e sequestrati anche 1 milione 792mila euro in contanti. Scattati i sigilli anche per un hotel e ristorante a Montoro. Infine irregolarità sono state scoperte nella cessione di un resort da 2,5 milioni di euro che vede coinvolte alcune delle società finite sotto la lente di ingrandimento degli investigatori.

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