Ci sono una quarantina di minori, tutti non accompagnati, fra i 92 migranti salvati sabato dalla nave “Ocean Viking” della Ong “Sos Mediterranee” nelle acque internazionali al largo della Libia, a bordo di un gommone ormai sgonfio che sarebbe affondato di lì a poco.
«Molti sono stremati e con brutte bruciature sul corpo dovute al carburante» hanno scritto i soccorritori – un network europeo composto da associazioni in Italia, Germania, Francia e Svizzera – sul loro profilo Twitter quando hanno saputo che il porto assegnato dal Governo italiano, era «ad oltre 450 miglia nautiche (ovvero 830 chilometri) di distanza» dal punto del salvataggio, sottolineando anche che le pessime condizioni del tempo avrebbero potuto «gravare sui migranti già molto provati».
Quel porto, va detto, è il porto di Salerno, che dunque s’appresta a essere, per la 27esima volta dal luglio 2014, la seconda del 2023, la terza da quando si è insediato il governo Meloni, porto di speranza.
Le persone soccorse, secondo i dati finora forniti da “Sos Mediterranee”, sarebbero in gran parte di nazionalità senegalese, ghanese ed egiziana (importantissima, come sempre, sarà la collaborazione dei mediatori culturali per ottenere informazioni più dettagliate, per capire se abbiano già qualcuno in Europa da raggiungere o se abbiano lasciato qualche familiare ancora in Libia).
Oltre ai minori, fra i salvati, ci sono anche 9 donne.