Migranti rifugiati, Coldiretti presenta il progetto di inserimento in agricoltura

Redazione

Il progetto, che ha come obiettivo favorire l’integrazione socio lavorativa di 15 persone migranti, ha visto già nei mesi scorsi diverse fasi di realizzazione, quali la selezione dei beneficiari e delle aziende agricole e zootecniche, l’avvio dei corsi di lingua italiana L2 (40 ore) e la formazione tecnica in aula a cura della Coldiretti Campania. A giugno è previsto l’avvio dei tirocini presso 13 realtà produttive (aziende agricole e zootecniche, caseifici, agriturismi, consorzi). Le persone selezionate provengono dal circuito di accoglienza Sprar di Padula, Polla, Roscigno, Bellosguardo, Roccadaspide, Santa Marina, Atena Lucana. Sono ragazzi originari soprattutto dall’Africa subsahariana (Mali, Nigeria, Camerun, Gambia, Ghana, Guinea, Senegal, Togo) titolari di protezione umanitaria, sussidiaria e internazionale. «La nostra organizzazione – sottolinea Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania – è da tempo impegnata in progetti di inserimento lavorativo a favore dei migranti. Nell’ultima edizione del premio Oscar Green abbiamo voluto valorizzare un’iniziativa che ha consentito l’avvio al lavoro di giovani immigrati. I lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo». «Fino ad oggi- spiega Antonio Calandriello, presidente della Cooperativa sociale Tertium Millennium – abbiamo svolto le selezioni, i colloqui motivazionali e accompagnato il percorso dei ragazzi durante la formazione linguistica e tecnica svoltasi a Padula. Oltre alle lezioni in aula, abbiamo previsto anche delle lezioni “in campo” con visite ad aziende agricole del Vallo di Diano e della Valle del Calore, a un frantoio e al Museo del suolo a Pertosa». «Questo progetto – rileva Giampaolo Silvestri, segretario generale di AVSI – nasce dalla consapevolezza che il fenomeno delle migrazioni, con tutte le sue implicazioni, può essere affrontato solo se si costruiscono partnership tra soggetti diversi che, ciascuno a partire dalla sua competenza ed esperienza, possono contribuire a rispondere sia al bisogno di inserimento e lavoro dei migranti, sia di sicurezza e ordine della comunità ospitante. Qui a Salerno si sta tentando una via nuova, che apre a prospettive di sviluppo interessanti».

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