Numeri telefonici trascritti su fogli di carta conservati nei vestiti delle migranti decedute, anche su quelli sta lavorando la polizia giudiziaria per dare un nome a 24 delle 26 giovani , rimaste senza identità. Quei numeri hanno permesso di rintracciare i familiari di tre donne . Per identificare le altre salme, all’ambasciata in Italia degli Stati di presunta provenienza dei migranti sono state inoltrate le fotografie dei volti . Tutte le donne sono morte per asfissia da annegamento . In un solo caso la morte è stata determinata anche da uno ‘shock emorragico’ dovuto alla rottura del fegato, probabilmente a causa di un impatto contro una superficie solida prima della caduta in acqua. Oltre a lavorare sull’identificazione delle salme delle giovani migranti giunte dalla nave spagnola Cantabria il 5 novembre, proseguono a Salerno anche le indagini per identificare altri eventuali scafisti e facilitatori e per l’identificazione dei contrabbandieri appartenenti alle organizzazioni criminali operanti in Libia e in Italia nella tratta dei migranti. I 410 migranti e i 26 cadaveri sono stati soccorsi e recuperati in quattro distinte operazioni di salvataggio al largo delle coste libiche. Si trovavano a bordo di un gommone bianco, intercettato in acque internazionali, i due scafisti, uno di origine egiziana e l’altro di nazionalità libica, individuati dalla Squadra Mobile di Salerno e accusati di aver contribuito alle attività di tratta delle persone e di aver organizzato e trasportato 146 persone. Ora sono in carcere, come richiesto dalla Procura. 23 delle 26 ragazze morte viaggiavano, invece, a bordo di gommome blu parzialmente affondato. I migranti sono stati recuperati in mare dalla nave Cantabria. Dalle testimonianze rese da alcuni dei sopravvissuti risulterebbe che a bordo del gommone affondato vi erano 150 persone ed è ormai quasi certo che un centinaio di loro sarebbe deceduto per annegamento. Nel corso della terza operazione di salvataggio insieme a 140 migranti messi in salvo sono state recuperate altre 3 salme. Viaggiavano a bordo di una barca in vetroresina i 53 migranti dell’ultimo salvataggio, tra loro anche due donne in stato di gravidanza
Migranti, si lavora per fornire una identità alle vittime
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