C'è voglia di ripartire, di tornare gradualmente alla vita normale ma non adesso, ora non si può. C'è chi pensa a delle riaperture per Pasqua ma questa ipotesi va in contrasto con l'andamento del contagio. I numeri legati alla diffusione del Covid impongono ancora delle restrizioni.
Tant'è vero che nell'ultima riunione a Palazzo Chigi si è parlato di un prolungamento delle misure in vigore fino a metà aprile. Ciò per due principali motivi. Primo per non sprecare i sacrifici in corso. Le restrizioni stabilite di recente stanno cominciando a dare i primi risultati e una riapertura potrebbe di nuovo peggiorare il quadro epidemiologico. Basta vedere quanto è successo in Sardegna passata, nel giro di poco tempo, da zona bianca ad arancione a causa di un rialzo notevole di contagi in una regione senza restrizioni.
Secondo motivo perché si attende un'accelerata della campagna vaccinale grazie alle nuove scorte in arrivo. La speranza è che per metà o fine aprile possa essere vaccinata una percentuale significativamente maggiore di popolazione per contenere la diffusione del Covid. Il Comitato Tecnico Scientifico, dall'analisi dei dati attuali, ha delineato una situazione ancora poco incoraggiante.
Il virus si diffonde con preoccupante facilità, bisogna stare sempre molto attenti e limitare al minimo necessario i contatti con altre persone. Altrimenti altro che Pasqua, rischiamo di dover convivere con restrizioni pesanti ancora per molto tempo.