C’è un primo indagato per la morte di Renato Castagno. L’inchiesta per accertare eventuali responsabilità sul decesso del 37enne avvenuto il 19 marzo nel carcere di Salerno, muove i primi passi con gli atti dovuti, a cominciare dall’iscrizione del primo nome nel registro degli indagati: si tratta del medico in servizio presso la casa circondariale di Salerno. L’ipotesi di reato contestata dal pm Katia Cardillo è quella di omicidio colposo e l’iscrizione, in questa fase, è un atto dovuto per consentire all’indagato la nomina di un proprio consulente in un accertamento irripetibile come lo è l’autopsia che sarà eseguita venerdì mattina. L’esame dovrà chiarire le cause della morte, ma poi le successive indagini accerteranno eventuali responsabilità da parte di chi anche nei giorni precedenti doveva garantire assistenza medica al 37enne. Castagno soffriva di pressione alta ed era già stato colpito da due ictus. Condannato a sei anni e due mesi per spaccio di droga, aveva già scontato più di metà della pena e aveva chiesto gli arresti domiciliari per i suoi problemi di salute. “Renato – hanno denunciato i familiari- durante la detenzione non ha ricevuto le giuste cure”, nonostante il quadro clinico fosse stato bel illustrato dal difensore, Bianca De Concilio, in una istanza presentata il 13 febbraio al Tribunale di Sorveglianza nella quale si denunciava l’inadempienza dell’istituto nel garantire cure adeguate.
Il reato contestato è di omicidio colposo
Morte Castagno: c’è un primo indagato per omicidio colposo
Si tratta del medico in servizio presso la casa circondariale di Salerno
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