Il corpo di Maria Ronca rimane sotto sequestro almeno fino a domani, quando il medico legale effettuerà l’autopsia dalla quale (si spera) emergano elementi utili a chiarirne le cause della morte. Il mistero sul decesso della 54enne originaria di Cava de’ Tirreni potrebbe essere sciolto anche con l’aiuto di una tomografia assiale eseguita sul suo cranio, disposta ore fa dagli inquirenti, già eseguita e consegnata ai Carabinieri. Il referto è stato secretato in attesa dei possibili sviluppi dell’esame autoptico, ma l’accertamento approfondito sulle ferite al capo rinvenute sul cadavere potrebbe raccontare molto su come sia deceduta, in solitudine, questa donna. Al momento, però, nulla lascia intendere che vi sia stata una colluttazione, una discussione violenta o un’origine cruenta di quelle ferite. Rimane plausibile, nonostante tutto, l’ipotesi che Maria Ronca sia caduta e si sia provocata accidentalmente le ferite lacero-contuse alla testa. Per prassi e per dovere, però, Carabinieri e Magistratura non possono tralasciare altre piste ed è così che è saltata fuori l’idea di una Tac, una tomografia assiale che permettesse di “leggere” la natura delle ferite al capo. Il combinato disposto di referto ed esito dell’autopsia dovrebbe sciogliere ogni dubbio e portare a liberare la salma, così da consentire i funerali. Maria Ronca era molto conosciuta in Via Enrico Moscati, a Torrione, dove è stata trovata cadavere lunedì pomeriggio da alcuni familiari, allarmati dal fatto che la donna non rispondesse alle telefonate da molte ore.
Morte Maria Ronca: la verità da una Tac alla testa e dall’autopsia di domani
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