Morte tredicenne al Ruggi: saliti a sette gli indagati. Oggi i funerali

Redazione

Nel pomeriggio, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Capriglia di Pellezzano, i funerali di Alessandro Farina, il tredicenne morto il 27 dicembre scorso in circostanze che solo l’esito dell’autopsia effettuata ieri potranno chiarire pienamente. Una vicenda, quella di Alessandro, piena di rabbia ed amarezza, perché questo ragazzino forse soffriva di una forma severa di diabete mai diagnosticata, capace di ucciderlo in meno di tre giorni. Come mai nessuno si era mai accorto della malattia allo stato latente e cosa l’ha portata ad esplodere nei giorni di Natale fino alle estreme conseguenze? Sono solo alcune delle domande alle quali le due inchieste, quella della magistratura e quella interna all’ospedale Ruggi d’Aragona, proveranno a dare risposte. Ma questa storia già vede impegnate frotte di medici, consulenti ed avvocati, ognuno alle prese con la propria strategia per dimostrare colpe, omissioni e responsabilità o per difendersi da accuse già al vaglio degli inquirenti. Il fascicolo aperto in Procura potrebbe portare ad una ipotesi di omicidio colposo, ma va capito cosa abbia determinato il picco glicemico risultato poi fatale al piccolo Alessandro. Nel mezzo, sta quell’accesso al Pronto Soccorso datato sabato 23 dicembre nel corso del quale il medico di turno avrebbe elaborato una diagnosi senza suffragarla con esami mirati: allergia da tachipirina, questa l’idea, con terapia cortisonica da fare a casa. Ma in realtà, quei dolori diffusi, quegli edemi alla lingua gonfia e al labbro, la secchezza delle fauci, nascondevano un diabete giovanile i cui effetti- nel tempo- sarebbero stati compensati (per paradosso) dall’attività fisica svolta regolarmente da Alessandro, che praticava arti marziali. Poi la crisi fatale, con il coma diabetico e l’arresto cardiaco. Oggi l’ultimo saluto al tredicenne di Capriglia, in attesa che le indagini facciano il loro corso. Intanto, gli indagati sono saliti a sette.

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