Franco Palumbo aveva un carattere irruente, che trasferiva in un modo di fare politica viscerale. Lo stesso che lo ha portato al successo elettorale in due diversi Comuni, Giungano e Capaccio Paestum, dove è stato protagonista indiscusso di una stagione di rilancio dei territori, seppur con luci ed ombre. Palumbo è morto la scorsa notte, a 54 anni, stroncato da un male che s’era affacciato la prima volta durante un incontro pubblico, a Paestum, lo scorso mese di novembre.
Fino a qualche giorno fa è stato ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma, poi il ritorno a casa, dove si è spento. Primo cittadino di Giungano per due mandati agli inizi degli anni 2000, Palumbo aveva scalato con successo anche la città dei Templi, riuscendo a farsi eleggere sindaco nel 2017 a larga maggioranza. Ma l’ultimo anno è stato denso di amarezza, di cambi di casacca e maggioranze raffazzonate, fino al voltafaccia della vigilia di Natale, quando i consiglieri comunali si dimettono mandandolo a casa.
Da quel momento, Palumbo si è ritirato dalla scena politica, si è aggravato ed ha preferito curarsi. Oggi sono decine i messaggi di cordoglio che arrivano dalle città dove è stato sindaco, ma anche dal mondo cattolico o dall’associazionismo di cui Palumbo è stato militante. I funerali si terranno domani mattina, alle 10, nella chiesa di Santa Maria Assunta di Giungano.