Indagini della Procura vallese

Nei guai la sindaca di Casalvelino: divieto di dimora per Silvia Pisapia

A notificare la misura i carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania
Girolamo Budetti

I carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania, diretti dal cap. Annarita D'Ambrosio, hanno eseguito nei confronti del sindaco del Comune di Casal Velino, Silvia Pisapia, un'ordinanza applicativa della misura cautelare personale del divieto di dimora nel comune cilentano.

A firmare il provvedimento che impedisce alla sindaca di Casalvelino di avere dimora nel Comune cilentano è stato il gip Sergio Marotta del Tribunale di Vallo della Lucania, al termine di una lunga indagine dei Carabinieri, sotto la direzione del procuratore vallese Antonio Ricci e del sostituto Vincenzo Palumbo. La sindaca Silvia Pisapia, ben oltre i suoi compiti istituzionali, avrebbe gestito ed orientato provvedimenti su cui non aveva diretta competenza ed «a proprio piacimento». Una macchina burocratica che i giudici non esitano a definire «malsana, guidata e strumentalizzata con astuzia – come emerge dalle indagini – attraverso legami con collaboratori e titolari di cooperative aggiudicatrici di appalti pubblici». Un meccanismo «smascherato partendo da alcune segnalazioni su presunte illegittimità intercorse nella procedura amministrativa relativa alla realizzazione dell'Area Piano Insediamento Produttivo in località Vallo Scalo».

Diversi i reati contestati alla sindaca di Casalvelino: dalla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, all'abuso d'ufficio; ed ancora falsità ideologica «per acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi e, quindi, realizzare profitti ingiusti attraverso la sistematica e illegittima attribuzione degli appalti a imprenditori “amici” in cambio di un consolidamento del potere politico attraverso l'attribuzione di posti di lavoro. Una logica di reciproca e mutua assistenza – secondo gli inquirenti – con un solo, inequivocabile, fine: ossia affidare illecitamente i servizi comunali inerenti alla portualità, la manutenzione, la raccolta dei rifiuti, la refezione scolastica, nonché di accaparrarsi illegittimi permessi di costruire in zone particolarmente appetibili dal punto di vista edilizio».

Tra gli indagati anche l'ex sindaco ed attuale vicesindaco, Domenico Giordano; l'ex presidente del Consac, Luigi Rispoli, e il responsabile della polizia municipale, Giuseppe Schiavo. Nel mirino ci sarebbe anche una concessione edilizia per la casa del marito della sindaca in zona agricola ed un presunto raggiro, ai danni della Regione Campania, per l'ottenimento di finanziamenti per l'area Pip a Vallo Scalo.

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