Neonato ustionato al Ruggi: si riunisce la commissione per i provvedimenti disciplinari

Redazione

Si riunisce oggi la commissione disciplinare dell’azienda ospedaliero-universitaria di Salerno, per valutare gli eventuali provvedimenti da adottare nei confronti di coloro che si sono resi responsabili delle ustioni su un neonato durante il primo lavaggio. Sotto la lente ci sono il primario del reparto di neonatologia, una puericultrice ed una allieva. Le sanzioni vanno dalla sospensione all’allontanamento dal reparto, fino all’assegnazione ad altre mansioni passando per la rimozione dall’incarico. Rimane incomprensibile l’intera dinamica di quanto accaduto: la puericultrice che si distrae per rispondere ad una telefonata (si dice di lavoro), l’allieva che resta sola per eseguire un’operazione avrebbe potuto svolgere solo sotto la guida di un tutor, il lavaggio del neonato direttamente sotto il getto d’acqua senza verificare prima la temperatura dell’acqua, le ore che passano per capire cosa fare, fino al trasferimento al Cardarelli di Napoli su suggerimento del chirurgo pediatra e la chiamata, solo in serata, ai vertici dell’azienda ospedaliera per comunicare l’accaduto. Nel racconto reso alla commissione interna, sarebbe emerso che l’allieva puericultrice indossava i guanti come da protocollo, il che le avrebbe impedito di accertarsi dell’effettiva temperatura dell’acqua. Ma è possibile che in una delle più grandi aziende ospedaliere ed universitarie della Campania non vi sia il monitoraggio strumentale della temperatura o non siano installate valvole che regolino in automatico la temperatura dei liquidi in uscita? Senza contare il fattore distrazione a carico della puericultrice-tutor, che mai avrebbe dovuto allontanarsi dall’allieva durante l’esecuzione del bagnetto. Segnali di disattenzione che documentano un atteggiamento forse sbagliato all’interno del reparto di Neonatologia, nonostante il precedente episodio di appena qualche giorno fa, quando dalla stessa divisione è stato rapito un altro bambino sotto gli occhi di altre operatrici. Appare evidente che un problema c’è e riguarda anche la catena di comando, se non altro per responsabilità oggettiva e banale buon senso. Con tutte le attenuanti che può prevedere il caso, quanto è accaduto a quei bambini è del tutto inaccettabile.

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