Si chiama Noemi ed è venuta al mondo alla 37esima settimana di gestazione con un peso di Kg. 2,400. Incontenibile la gioia dei genitori – lei di 48 anni ed il papà di 49 anni – che da 15 anni attendevano questo lieto evento.
La mamma, infatti, era stata sottoposta a 12 cicli di fecondazione assistita e come ultima spiaggia si era rivolta al dottor Raffaele Petta, esperto in sterilità, che all’epoca collaborava con una Clinica specializzata in Fecondazione Assistita in Ucraina, a Kiev.
Dalla stimolazione ovarica effettuata presso quella struttura, vennero prelevati 8 ovociti ma solamente uno è stato fertilizzato, producendo un embrione che è stato congelato in quinta giornata, per essere trasferito dopo un mese in utero.
Tutto era pronto, i biglietti aerei pure, ma il giorno prima della partenza la Russia invadeva l’Ucraina con conseguente stop dei voli e bombardamento di Kiev. A quel punto la coppia ha scelto di trasferire l’embrione congelato in Italia per via terrestre: una decina di giorni con pullman e treno.
Giunto in Italia, però, l’impianto è stato complicato dall’endometrio della madre, cioe’ la mucosa che riveste la cavita’ dell’utero, che non cresceva, rendendo ostile l’ambiente dove impiantare il prodotto del concepimento.
Alla paziente, allora, è stata proposta la somministrazione per via isteroscopica del PRP (plasma ricco di piastrine), modalità sperimentale presso il Servizio di Isteroscopia del Policlinico “ Federico II “. Ottenuto il consenso della donna, il transfer è stato effettuato quando l’endometrio ha raggiunto uno spessore ottimale di 10 mm., ottenendo la gravidanza .
Alla 37° settimana un’iniziale sofferenza del feto ha reso necessario prima il ricovero della madre e poi l’anticipo del parto con taglio cesareo… benvenuta Noemi.