Nuovo anno: tanti auspici con la “S” di Salerno

Vox populi, per il nuovo anno quasi un coro unanime: che siano salernitani o turisti, le aspettative iniziano tutte per S, quella di Salerno: salute, serenità, soldi, o quantomeno stabilità economica. Quando c’è la salute, c’è tutto si dice dalle nostre parti ed è così. Senza quella, tutto il resto è inutile. Cambiando la vocale finale, mettiamoci pure il saluto: non lasciamoci travolgere dall’onda ormai anomala dei social, ogni tanto è meglio un sorriso vero che l’emoticon con la faccina che sorride. In quanto alla serenità, quella spesso dipende anche dai soldi, dunque dalla stabilità economica. Dal 2025, vorremmo che ci fosse meno lavoro per i meravigliosi volontari della mensa dei poveri e più lavoro per tutti, dai giovani ai meno giovani che sono rimasti senza un’occupazione; sarebbe bello che tutti possano liberarsi del carico eccessivo dell’indigenza, un fardello sulle spalle assai duro da portare. Che sia l’anno della gentilezza, come auspica Papa Francesco. Tornando alle parole che iniziano per S di Salerno, che sia l’anno della sanità. Quella affidabile, quella capace di curare tutti e non lasciare nessuno al proprio destino. Dunque, che il Governo nazionale faccia la sua parte con le sovvenzioni, ed ecco un’altra S. Finalino sulla stessa falsariga: S di Salerno, S di Salernitana. Oggi è un capodanno diverso rispetto a tre anni fa. All’epoca, si era appena diffuso nella rete il “Wow, la Salernitana è nostra” di Danilo Iervolino. Oggi una situazione da “wow” sarebbe la salvezza. Guarda caso, inizia per S anche quella. Che il 2025 porti un pizzico di senso di responsabilità a chi ha il dovere di non macchiare una fantastica Storia lunga 105 anni.