Nel bel mezzo di un percorso tecnico-politico che spinge il presidente della Fondazione Carisal, Alfonso Cantarella, a tessere una fitta trama di relazioni e strategie per blindare il suo consiglio d’amministrazione e dunque il suo eventuale mandato prossimo venturo, dalla lettura del documento programmatico previsionale emergono aspetti interessanti per farsi un’idea di come sia composta una parte del bilancio della Fondazione. Il paragrafo cui facciamo riferimento è quello relativo agli investimenti. In premessa è scritto che la missione della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana è orientata alla redditività del patrimonio, allo scopo di investirne i proventi in iniziative di sviluppo finalizzate alla crescita del territorio. Fin qui tutto bene, anzi: ci si aspetta una gestione oculata delle risorse, non solo in termini di erogazioni ma anche e soprattutto di investimenti azionari, i più pericolosi nell’attuale congiuntura dei mercati internazionali. Ed invece, scorrendo le righe ritroviamo qualcosa che spinge ad interrogarsi sull’effettiva coerenza degli investimenti scelti dalla Fondazione Carisal del presidente Cantarella con la necessità di ricercare rendimenti adeguati per mantenere il patrimonio, osservando criteri prudenziali di rischio, salvaguardia del valore nel medio/lungo periodo e capacità di produrre reddito. Per spiegarci, facciamo due riferimenti concreti: se è vero, da un lato, che la Fondazione Carisal ha incassato un dividendo complessivo pari a 333mila euro investendo in azioni di Cassa Depositi e Prestiti e CDP Reti, dall’altro non si può dire che sia stata altrettanto brillante la scelta di acquistare obbligazioni subordinate MPS Tier 2, con scadenza 2020. Ma cosa sono? Sono tra gli strumenti finanziari più pericolosi, obbligazioni emesse da Monte Paschi di Siena per titoli ad altissimo rischio. La Fondazione Carisal ci ha messo un milione di euro e pare abbia perso già 845mila euro dopo che Banca Widiba ha comunicato la conversione dei titoli nella azioni di Banca Monte Paschi. La perdita, finora, sarebbe dell’84,5%. Una Caporetto finanziaria insomma, che non ha spinto la Fondazione Carisal a ripensare al rapporto di mandato di gestione nei confronti di Banca Widiba spa. A pagina 8 del documento pubblico che abbiamo letto, infatti, Carisal- nonostante l’acquisto delle sciagurate obbligazioni subordinate Mps – le conferma la fiducia insieme ad altri tre gestori patrimoniali. Si dirà, è colpa dell’incertezza dei mercati finanziari, ma la domanda è questa: per una Fondazione che dovrebbe gestire con oculatezza i soldi dei componenti (che non sono un’eredità di famiglia, una cosa personale insomma), è il caso di fare operazioni finanziarie temerarie? Che ne pensa il presidente Cantarella? E cosa dice il suo consiglio d’amministrazione?
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