Sono stati l’ufficiale del Nucleo Investigativo, il maggiore De Vico, ed un maresciallo donna dei carabinieri a rispondere, ieri mattina, in Corte d’Assise, alle domande del pm Elena Guarino nell’udienza del processo che vede imputata Daniela Tura De Marco con l’accusa di concorso morale in omicidio del padre Eugenio, avvenuto nel febbraio del 2016 nel centro storico di Salerno. I giudici della Corte d’Assise dovranno decidere sulle presunte responsabilità della ragazza, all’epoca fidanzata con Luca Gentile, condannato a trent’anni di carcere per quel delitto. Nella sua deposizione il maggiore Alessandro De Vico ha confermato che i rilievi effettuati nell’abitazione delle Fornelle non rilevarono segni di colluttazione tra il ragazzo ed il suocero ed ha raccontato dell’atteggiamento, ripreso dalle telecamere, avuto da Daniela Tura De Marco nei confronti dell’ex fidanzato durante gli interrogatori in caserma. La ragazza, ha spiegato il maggiore De Vico, nonostante la confessione di colpa di Gentile, gli rivolse coccole e carezze, come a volerlo consolare. Del senso di colpa dell’imputata, ha spiegato, invece, il maresciallo donna che con lei parlò in ospedale dove la ragazza era stata portata dopo essere stata trovata in stato confusionale sul molo. «Daniela si sentiva molto in colpa per la morte del padre, perché diceva che avrebbe potuto salvarlo» ha riferito la teste. Parole ascoltate ieri da Daniela Tura De Marco, in aula con i suoi avvocati. Nella prossima udienza, a giugno, saranno ascoltati i consulenti del pm che eseguirono su entrambi i ragazzi una perizia neuropsichiatrica. A luglio, in aula, tornerà Luca Gentile. https://www.youtube.com/watch?v=bEyRz3Th88k
Omicidio delle Fornelle, in aula la figlia di Eugenio Tura De Marco
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