Omicidio Pascuzzo, il coltello da macellaio usato e poi rimesso in bottega

Redazione

«Non lo ritenevo un amico ma neanche un nemico. Era il mio fornitore di droga da qualche mese». Sono state queste le parole dichiarate al Procuratore capo di Lagonegro, Vittorio Russo, sabato sera, da Karol Lapenta, il diciottenne fermato dai carabinieri per l’omicidio di Alexander Pascuzzo. Nessun altro particolare, il giovane, in carcere con l’accusa di omicidio volontario con occultamento di cadavere, pluriaggravato dai futili motivi e crudeltà, e di rapina aggravata, ha fornito sui rapporti che intercorrevano tra lui e la vittima. Ha ucciso per avere quei 50 grammi di marijuana che Pascuzzo gli avrebbe negato. Un omicidio, ritengono gli inquirenti, premeditato. Come accertato dai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, diretti dal capitano Davide Acquaviva, i due la sera del sei aprile avevano un appuntamento, fissato con dei messaggi. Appuntamento al qual Lapenta arriva con scarpe antinfortunistica e zaino per nascondere il coltello da macellaio, preso dalla bottega dove lavorava. Coltello che ha poi ripulito e riposto tra quelli usati in negozio. Ad uccidere Antonio Alexander Pascuzzo è stato un fendente al cuore, ma diversi sono stati i colpi di coltello che il giovane assassino gli ha inferto: uno alle spalle, uno al cuore, gli altri tra petto e pancia. Dall’autopsia eseguita ieri dal medico legale Adamo Maiese è emerso che Pascuzzo è stato colpito anche al viso con un calcio, poi Il corpo è stato trascinato per circa 50 metri e gettato nel canale. L’esame ha confermato inoltre che la morte risale a venerdì 6 aprile, sera della scomparsa di Antonio Pascuzzo. Il giovane assassino ha pensato anche di nascondere la bicicletta della vittima, una Bmx argento, gettata da una finestra all’interno della palestra in disuso. https://www.youtube.com/watch?v=tXRRUlTVM4M

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