Nicola Del Sorbo, che uccise la donna con cui aveva una relazione gettandone il cadavere in un pozzo di Poggiomarino, è stato condannato a 25 anni di carcere. La vittima, Luana Rainone, aveva una relazione con lui.
L'omicidio di Luana Rainone è di quelli che difficilmente possono essere dimenticati. Accoltellata alla gola dall'uomo con cui aveva una relazione, lasciata morire dissanguata e poi avvolta in un piumone per essere gettata in un pozzo, nelle campagne di Poggiomarino, dove è stata ritrovata l'estate scorsa, ad un mese esatto dal delitto.
Il suo assassino, Nicola Del Sorbo, è stato condannato a 25 anni di reclusione dalla Corte d'Assise di Napoli, al termine del giudizio immediato chiesto dagli inquirenti di Torre Annunziata che hanno ereditato per competenza il caso dai colleghi di Nocera Inferiore, titolari delle indagini sull'omicidio di Luana Rainone, dopo il rinvenimento del cadavere a Poggiomarino.
Luana aveva 31 anni, un marito ed un figlio con i quali viveva a San Valentino Torio. Ma s'era invaghita di Nicola Del Sorbo, di tre anni più grande di lei, anch'egli sposato. L'uomo aveva precedenti per droga ed estorsione. A luglio, però, dopo l'ennesimo incontro clandestino e forse una dose di stupefacente, scoppia una lite furibonda tra Nicola e Luana. Lei voleva chiamare la moglie di Del Sorbo per dirle tutto, della loro storia. Lui si opponeva con forza. Dalle parole ai fatti il passo è stato breve: Del Sorbo ha preso un coltello e con un solo fendente le ha tagliato la gola. Poi, secondo la ricostruzione agghiacciante fatta dagli investigatori, s'è accesso una sigaretta mentre lei moriva. Tornato in sé, ha provato a tamponare la ferita con un cuscino, ma non c'era più nulla da fare.
A quel punto, la decisione di disfarsi del cadavere avvolgendolo in un piumone, un lenzuolo ed un sacco dell'immondizia. Infine, il viaggio da San Valentino Torio a Poggiomarino per gettarlo nel pozzo dove Luana sarà ritrovata in pieno agosto, un mese dopo.
Ad incastrare Del Sorbo sono state le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza ed i tabulati telefonici, oltre alle celle agganciate nel percorso fatto quel 23 luglio di un anno fa. È crollato dopo ore di interrogatorio ed ora dovrà passare 25 anni in galera. I giudici gli hanno riconosciuto le attenuanti generiche, visto che l'accusa aveva chiesto l'ergastolo. I suoi legali, adesso, proporranno appello, dopo aver letto le motivazioni della sentenza.