Gestiva una serie di attività di ristorazione attraverso intestazioni fittizie

Operazione GdF: imprenditore salernitano arrestato a Bologna

E’ indagato dall’Antimafia anche per reati di usura ed estorsione assieme ad altre 15 persone. Sequestrati pure beni per 2 milioni
Francesca De Simone

E’ finito in carcere per aver gestito varie attività di ristorazione attraverso il sistema delle intestazioni fittizie, perché già soggetto alla misura della sorveglianza speciale: un imprenditore, originario della provincia di Salerno, ma residente a Bologna è finito nel mirino della Procura emiliana. L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita stamani dai Finanzieri del Comando Provinciale di Bologna, assieme agli uomini del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (lo S.C.I.C.O.), con il supporto dei militari in forza ai Comandi Provinciali di Lecco, Salerno e Verona. Anche in altre province, infatti, sono state eseguite diverse perquisizioni. Diversi i reati contestati all’imprenditore, indagato, assieme ad altre 15 persone. Le indagini – sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna e con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – hanno permesso di ricostruire una complessa rete di società e ditte individuali – per lo più operanti nel settore della ristorazione – formalmente intestate a soggetti prestanome, ma di fatto “gestite” dall’imprenditore salernitano. L’uomo, che aveva già altri procedimenti penali in corso ed era già gravato dalla misura della Sorveglianza Speciale emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore – poiché indiziato di appartenere a organizzazione mafiose di tipo camorristico – per eludere l’applicazione delle leggi in materia di normativa antimafia, nel corso del tempo ha intestato in maniera fittizia a familiari e terzi compiacenti, beni e utilità a lui riconducibili.  Le attività d’indagine dei finanzieri del Nucleo polizia economico finanziaria di Bologna, oltre all’ipotesi di trasferimento fraudolento di valori, hanno permesso di documentare numerose altre condotte antigiuridiche: dall’indebita percezione di erogazioni pubbliche, a episodi di usura ed estorsione perpetrati in danno di soggetti in evidenti difficoltà economiche. Nel corso dell’operazioni sono stati sequestrati beni, immobili e somme di denaro per un totale di due milioni di euro.

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