Sgominata alle prime luci dell'alba una banda dedita al furto ed al riciclaggio di autovetture nella zona dell'Agro Nocerino. “Gli sfiammati”: è stata denominata così l'operazione, che prende spunto dal nome che la gang aveva dato al gruppo WhatsApp attraverso cui veniva organizzata la propria attività. Nell'ambito di un'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito oggi l'ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale, Luigi Levita: in 5 sono finiti in carcere, altri tre agli arresti domiciliari. Le otto persone coinvolte sono residenti tra le province di Napoli e Salerno (Scafati, Angri, Boscoreale, Torre Annunziata, Terzigno, Pompei e Castellammare di Stabia) e sono ritenute a vario titolo responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata al compimento di plurimi reati contro la persona e il patrimonio, nonché estorsione, ricettazione e autoriciclaggio. Contestuali perquisizioni personali e locali sono state effettuate, su delega della Procura della Repubblica, anche a carico di altri 7 indagati in stato di libertà per gli stessi reati reati.
Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Angelo Rubano, e dal Procuratore della Repubblica, Antonio Centore, prendono spunto da un'attività di controllo del territorio dei Carabinieri di Scafati e della Sezione Radiomobile di Nocera Inferiore, nel mese di ottobre dello scorso anno. In quell'occasione i militari dell'Arma avevano sequestrato un'auto risultata poi rubata e a bordo della quale viaggiava una delle persone arrestate e che viaggiava tenendosi a breve distanza da un'altra vettura occupata da altri tre complici, finiti anche loro in manette nell'ambito di tale operazione. Nella circostanza furono sequestrati i gli smartphone dei componenti della banda.
L'attenta e certosina attività di indagine si è concentrata proprio sulla ricostruzione minuziosa delle chat, che ha portato, come ha sottolineato nella conferenza stampa a distanza, il procuratore Centore, all'acquisizione di “inoppugnabili prove”. Sono stati così reperiti gravi, molteplici e concordanti elementi indiziari circa l'esistenza di un'associazione per delinquere dedita stabilmente al compimento di plurimi furti di autovetture e al conseguimento di illeciti profitti attraverso la loro rivendita nel mercato occulto dei veicoli rubati o, in alternativa, la restituzione ai legittimi proprietari dietro pagamento di una quota estorsiva secondo il consueto e rodato modello del “cavallo di ritorno”. In quest'ultimo caso il modus operandi della gang prevedeva che l'auto rubata, attentamente schedata in chat, dopo il furto veniva tranquillamente parcheggiata in strada per “farla riposare” monitorandola, anche attraverso webcam, in attesa di contattare i proprietari per la restituzione dietro pagamento di denaro.
Nel corso delle indagini, sono stati accertati 13 furti di autovettura, 16 episodi di ricettazione, 3 estorsioni e 2 casi di autoriciclaggio con asportazione dei dispositivi GPS al fine di impedirne la localizzazione successiva alla sottrazione furtiva. Altri episodi sono tuttora in fase di individuazione e ricostruzione.