Schiacciamento del cranio e lesioni alle ossa. Sarebbe morto per queste cause il piccolo partorito martedì in casa, in località Angellara, a Vallo della Lucania, da una trentenne moldava. La donna, ora piantonata all’ospedale di Vallo della Lucania, è in stato di fermo, accusata di omicidio. Martedì sera avrebbe partorito nell’abitazione dove prestava assistenza ad un anziano allettato. Senza chiedere aiuto, avrebbe affrontato le contrazioni e, al momento del parto, reciso il cordone ombelicale con una lametta usa e getta per poi disfarsi del neonato, chiudendolo in una valigia. E’ stata l’emorragia a spaventare la donna. I medici dell’ospedale San Luca si sono subito accorti che aveva partorito da poco. Sono stati i carabinieri a trovare in casa la valigia con dentro il neonato, già senza vita. Già nella serata di martedì il medico legale Adamo Maiese ha eseguito l’esame esterno sul corpicino del piccolo, rilevando un forte schiacciamento del cranio e delle ossa. L’esame autoptico è stato svolto ieri pomeriggio. Del caso si sta occupando il sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Paolo Itri. Le indagini sono condotte dai carabinieri di Vallo della Lucania, agli ordini del capitano Annarita D’Ambrosio. La 30enne da quattro mesi prestava assistenza domiciliare ad una famiglia di Vallo. Quando ha iniziato era quindi già in stato di gravidanza e nessuno si era accorto che lo fosse. Taciturna e riservata, aveva tenuto nascosto la gravidanza probabilmente per paura di perdere il lavoro.
Orrore a Vallo, moldava in stato di fermo per omicidio
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