Col nuovo anno il codice identificativo nazionale

Ospitalità, scatta l’obbligo del CIN (multe fino a 8000€)

Francesca Salemme

Ad oggi il 78,97% delle strutture ricettive risulta in possesso del Cin, ovvero del codice identificativo nazionale, uno strumento utile, che si spera contribuisca alla bonifica di un mercato – quello dell’ospitalità extralberghiera – che vede ancora situazioni sommerse, illegali o borderline; e sarà utilizzato anche sul fronte della trasparenza fiscale.

La legge di bilancio 2025, in vigore da Capodanno, ha infatti previsto l’indicazione del Cin nelle dichiarazioni fiscali e nella dichiarazione unica nonché nelle comunicazioni concernenti le transazioni effettuate sui portali, che gli intermediari devono inviare annualmente all’Agenzia delle Entrate. Le associazioni nazionali e territoriali degli albergatori, con il supporto del ministero del Turismo e delle Regioni, hanno fornito assistenza a migliaia di strutture che risultavano prive del codice, assistendole nel percorso di perfezionamento della pratica. Le difficoltà riscontrate, sono in prevalenza attribuibili alle imprecisioni contenute nei data base.

La Campania, va detto, non è tra le regioni più attive e le sanzioni applicabili a partire da oggi variano da euro 800 a euro 8.000 in caso di strutture o immobile privi di Cin e da 500 a 5mila euro in caso di mancata esposizione del Cin. “Nell’invitare i ritardatari a non indugiare, – scrivono le associazioni di categoria –  confidiamo che il periodo di rodaggio sia ispirato da un principio di ragionevolezza, salvaguardando la posizione di tutti coloro che, pur non essendo ancora in possesso del Cin, possano dimostrare di aver presentato la richiesta”.

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