Esattamente oggi, 80 anni fa, Salerno divenne di fatto capitale d’Italia ospitando i primi tre governi postfascisti e la famiglia reale fino al 15 luglio, quando effettivamente si trasferì a Roma, liberata dai tedeschi dall’inizio di giugno.
L’11 febbraio 1944, a Palazzo Guerra, sede del Comune, si trasferì il primo governo Badoglio, a cui partecipavano due ministri salernitani: Raffaele Guariglia, agli Esteri, e Giovanni Cuomo all’Educazione Nazionale.
Nell’aprile successivo fu creato il Governo Badoglio II, il più significativo, dal punto di vista simbolico, se si considera che fu il primo di unità nazionale dopo la caduta di Benito Mussolini (primo consiglio dei ministri il 27 aprile 44, dopo la Liberazione).
Il terzo esecutivo, invece, con a capo Ivanoe Bonomi, divenuto Presidente del consiglio il 18 giugno 1944, realizzò con Togliatti la Svolta di Salerno ovvero, la decisione dei comunisti italiani di partecipare ad un governo di unità nazionale per intensificare la guerra contro i tedeschi e la democratizzazione del paese.
Non tutti i salernitani sanno che la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell’Interno ed il Ministero dell’Educazione Nazionale furono ospitati nel Palazzo comunale, mentre il Ministero dei Lavori Pubblici e quello dell’Agricoltura e Foreste andarono nel contiguo Palazzo Natella, che ospitava anche gli uffici di collegamento con il Ministero della Marina e con quello della Guerra (rimasti a Brindisi). Il Ministero di Grazia e Giustizia fu ospitato nel Tribunale cittadino; il Sottosegretariato delle Poste e Telegrafi fu al Palazzo delle Poste, il Ministero degli Esteri prima a Palazzo Barone e poi a Palazzo Mobilio, sul Lungomare.
A Vietri sul Mare, o meglio a Raito, a villa Guariglia, invece, venne ospitata la famiglia reale (proprio in quei mesi, all’inizio di giugno nel 1944, poco prima della liberazione di Roma, Vittorio Emanuele III a Salerno nominò il figlio Luogotenente Generale del Regno).
I giorni di Salerno Capitale videro anche la nascita della Costituzione della Repubblica italiana: nella Gazzetta Ufficiale dell’8 luglio 1944, l’ultima del Governo Bonomi II a Salerno, c’era il testo di legge che rimandava alla fine della guerra la promulgazione dell’Assemblea Costituente e il relativo Referendum istituzionale sulla Monarchia o Repubblica.