Pagani finisce nuovamente sotto la lente dell’Antimafia. La Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 16 persone, tra cui il sindaco Raffaele Maria De Prisco e l’assessore al commercio Pietro Sessa. L’inchiesta, che rappresenta il terzo filone investigativo sul Comune di Pagani, ipotizza un intreccio tra politica e criminalità organizzata, con appalti assegnati a ditte ritenute vicine al clan Fezza-De Vivo. Le accuse contestate, a vario titolo, vanno dal condizionamento elettorale alla turbativa d’asta, fino alla corruzione e al favoreggiamento. Secondo i magistrati, l’amministrazione comunale avrebbe agevolato l’infiltrazione del clan nei servizi pubblici, favorendo la cooperativa Pedema nell’assegnazione di appalti per spazzamento stradale, sanificazione e servizi cimiteriali tra il 2012 e il 2022. Nel mirino anche presunte pressioni per condizionare le elezioni del 2020, orientando i voti su tre candidati. Tra gli indagati figurano ex funzionari del Comune, imprenditori e personaggi già noti alle cronache giudiziarie. Spiccano i nomi di Alfonso Marrazzo, ex assessore e imprenditore, ritenuto punto di contatto tra politica e clan, e Giuseppe De Vivo, indicato come partecipe della cosca Fezza-De Vivo. L’inchiesta ha già portato, lo scorso novembre, all’arresto di Marrazzo e di altri esponenti dell’amministrazione e dell’imprenditoria locale. Ora la palla passa alla difesa, mentre la magistratura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio.
DDA chiude l’inchiesta: 16 persone indagate
Pagani, appalti e camorra: sindaco e assessore tra indagati
Accuse di turbativa d’asta, corruzione e favoreggiamento
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