L'ipotesi della Direzione Distrettuale Antimafia

Pagani, le mani del clan Fezza-De Vivo sul Comune

Si attendono gli interrogatori degli indagati. Avviso di garanzia anche per il sindaco
Simona Cataldo

Otto persone arrestate, di cui tre in carcere, ma anche altri 16 indagati finiti nel fascicolo di inchiesta della Dda di Salerno. Ieri la chiusura delle indagini con i carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore che hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip di Salerno. Notificati un avviso di garanzia anche al sindaco di Pagani Raffaele Maria De Prisco e all’assessore al Commercio, Pietro Sessa. Il pm Elena Guarino, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto la misura cautelare per il primo cittadino, rigettata però dal gip Pietro Indinnimeo per assenza di qualsiasi riscontro che lasci pensare ad un coinvolgimento di De Prisco. L’inchiesta della Dda vede al centro l’imprenditore Alfonso Marrazzo, per lungo tempo in consiglio comunale a Pagani ed anche assessore all’ambiente, oggi a capo della cooperativa Pedama, utilizzata dall’imprenditore, ritiene l’accusa, per infiltrarsi nell’attività amministrativa del governo cittadino di Pagani, con il coinvolgimento di esponenti del clan Fezza De Vivo. Alle elezioni del 2020, Marrazzo avrebbe tentato, sostiene la Dda, di far vincere candidati al consiglio comunale di Pagani vicini al clan. Sotto indagine sono finiti gli appalti per la manutanzione del cimitero, la pulizia delle strade e gli interventi di sanificazione in periodo Covid, ma anche assunzioni e favori. Gli interrogatori degli arrestati, tra questi anche attuali ed ex dipendenti del Comune di Pagani, inizieranno la prossima settimana.

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