L’ex primo cittadino di Scafati vuole difendersi nel processo ed i suoi legali auspicano lo possa fare da uomo libero. Pasquale Aliberti è stato travolto da una vicenda giudiziaria che lo ha costretto alle dimissioni da sindaco, ha toccato da vicino la sua famiglia- poiché le indagini riguardano anche la moglie Monica Paolino, consigliera regionale- e lo costringe a misurare ogni tipo di uscita pubblica, comprese le opinioni espresse tramite i social network. Di Aliberti il Riesame ha diposto l’arresto, congelato dal ricorso in Cassazione proposto dagli avvocati Agostino De Caro e Silverio Sica, ma a rischio se dovesse andare in porto il tentativo del collegio difensivo di invalidare la parte dell’inchiesta basata sugli incartamenti che raccolgono le affermazioni di Aliberti su Facebook che, secondo l’accusa del pm Vincenzo Montemurro della DDA di Salerno, mostrano la capacità dell’ex sindaco di condizionare ancora la vita politica dell’amministrazione comunale di Scafati. Dal filone originario dell’operazione Sarastra se ne sono generati altri, che hanno prodotto altrettanti avvisi di conclusione indagine, ma sul tappetto l’ipotesi più seria e consistente a carico di Aliberti rimane quella dello scambio politico-mafioso, per le presunte contiguità con elementi del clan Loreto-Ridosso e per i risultati che questi rapporti avrebbero generato nelle elezioni amministrative di Scafati del 2013 (con la riconferma di Aliberti a Sindaco) e nelle regionali del 2015 (con l’elezione della moglie Monica Paolino in consiglio regionale). https://www.youtube.com/watch?v=ZuYcwJrj90Q
Pasquale Aliberti “assediato” in una vicenda giudiziaria complessa
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