Il braccio di ferro che la maggioranza al Governo pensa di aver vinto, piegando il gomito dell’opposizione in Camera – 172 voti a favore contro i 99 contrari – in realtà è appena iniziato. Perché il Sud, “svegliato” dal Presidente della Regione Campania, è pronto alla battaglia e assai poco propenso a mettersi in coda, in attesa che sul Mezzogiorno piovano briciole e avanzi. Vincenzo De Luca guida la rivolta e sta lavorando alla nuova strategia da mettere in campo ,ora che il nuovo modello di regionalismo fortemente voluto dalla Lega con il sostegno della premier Meloni è diventato legge. Intanto, a Palazzo Santa Lucia è già allo studio il quadro giuridico nel quale inserire i motivi di impugnazione contro la riforma. Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e l’entrata in vigore della legge, da Napoli partirà il ricorso alla Corte Costituzionale mentre già si pensa al referendum abrogativo sul quale si stanno impegnando in queste ore i leader dell’opposizione. Esponenti della destra ora contestano alla Campania di aver a sua volta chiesto l’autonomia nel 2019, ma in realtà si trattava di uno schema completamente diverso da quello studiato e stilato dalla Lega e approvato in Parlamento: non un regionalismo differenziato, che secondo De Luca, il Pd e i 5 Stelle rischia di “spaccare il Paese in due”, ma di una “proposta di semplificazione e decentramento delle competenze”, ad esempio in tema di pareri ambientali, impianti energetici, piani paesaggistici ed edilizi, portualità, insomma uno strumento utile a tentare di velocizzare i pachidermici movimenti della burocrazia. Passa il decreto legge Calderoli, vince la maggioranza ma attenzione: siamo solo al primo round.
Dopo l'ok in Senato, ecco l'approvazione della Camera con 172 voti a favore e 99 contrari
Passa il Ddl Calderoli, il Sud fa le barricate
De Luca guida la rivolta: pronto ricorso e alle viste finanche un referendum abrogativo
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