Un uomo, in evidente stato di alterazione, scalcia la serranda di una farmacia e tenta di aggredire i Vigili Urbani

Pastena, attimi di tensione in via Posidonia

Per placarne l'ira, è stato necessario l'utilizzo dello spray urticante. Sul posto, anche Polizia e Guardia di Finanza
Ivano Montano

Accade nella tarda serata di ieri, sono scene – riprese da un cittadino – che si collocano a metà tra il fatto di cronaca e il dramma umano: un uomo, in evidente stato di alterazione, inizia a dare in escandescenze dinanzi allla farmacia di Via Posidonia, a Pastena, sferrando calci alle saracinesche e richiamando l’attenzione dei residenti, tutti affacciati a finestre e balconi per capire cosa stava accadendo. Di lì a poco, passa una pattuglia della Polizia Municipale, gli agenti cercano di riportare alla ragione l’individuo,  che per tutta risposta si avvicina ai vigili con atteggiamento aggressivo, a muso duro, con la gestualità di chi sta per passare alle vie di fatto, tanto da costringere uno degli agenti ad usare lo spray urticante che è in dotazione ai caschi bianchi, mentre la collega chiamava rinforzi, ovvero la Polizia e la Guardia di Finanza che, una volta giunti sul posto, bloccano l’uomo identificandolo. Il soggetto – durante le concitate fasi della vicenda – ha gridato più volte di essere stato aggredito dagli agenti, chiedendo di essere refertato in ospedale, all’arrivo di un’ambulanza della Croce Bianca ha però continuato a dar di matto, scalciando le porte del mezzo, tanto che gli operatori di primo soccorso hanno preteso la presenza degli agenti a bordo, prima di decidere di trasportarlo al Pronto Soccorso dell’ospedale Ruggi. Una vicenda che porta a più riflessioni, a partire da quella percezione di sicurezza il cui livello continua ad abbassarsi, soprattutto nei quartieri ai margini della city, per finire agli evidenti “buchi” di una legge Cartabia che prevede una denuncia, prima che Forze dell’Ordine e la Giustizia possano operare, passando per la sensazione quasi di impotenza di chi dovrebbe essere messo nelle condizioni di tutelare la pubblica sicurezza grazie alla certezza della pena che in Italia era e resta una chimera. Ci si appella ai cittadini, chiamati a denunciare, ma se poi il malintenzionato viene rimesso in circolazione dopo 24 ore trascorse in caserma o addirittura resta a piede libero, magari con l’intento di vendicarsi di chi lo ha denunciato, ecco che inevitabilmente si fa finta di non vedere e non sentire, con naturale la paura di possibili ritorsioni che passa per omertà.

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