I primi effetti positivi del taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, dopo i repentini rialzi iniziati a luglio 2022, iniziano a farsi sentire su famiglie, imprese e Stato. Un immediato sollievo è previsto per chi ha contratto mutui a tasso variabile. L’Euribor, il tasso interbancario di riferimento, si è adeguato alle decisioni della BCE: il tasso a un mese è sceso al 3,68%, mentre quello a tre mesi si è attestato al 3,75%.
Secondo Mutuionline.it, chi ha un mutuo di 250 mila euro potrà risparmiare fino a 37 euro al mese. Facile.it prevede una riduzione della rata di 18 euro mensili su un mutuo di 126 mila euro, con un potenziale risparmio di 37 euro a dicembre. Un’analisi della Fabi stima che, con le attese di ulteriori tagli della BCE, i tassi sui mutui sono già diminuiti dal 5% del 2023 al 3,68%, e potrebbero calare ulteriormente al 3,45%, traducendosi in un risparmio di 62 mila euro su un mutuo di 200 mila euro per 25 anni.
Anche le imprese beneficeranno di finanziamenti a tassi più bassi. Simone Capecchi, Executive Director di Crif, ha spiegato che l’alto livello dei tassi di interesse ha pesato sulle PMI italiane, e il taglio rappresenta un punto di svolta. Anche lo Stato trarrà vantaggio dalla riduzione dei tassi, facilitando il collocamento di titoli pubblici. Lando Maria Sileoni della Fabi ha evidenziato che la riduzione dei tassi spingerà il PIL, una mossa accolta positivamente dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
La domanda ora è quanti altri tagli la BCE opererà quest’anno. La governatrice Christine Lagarde ha affermato che le decisioni verranno prese di volta in volta, basandosi sui dati economici. L’inflazione, più persistente del previsto, ha portato la BCE a rivedere al rialzo le sue stime, indicando che ulteriori azioni dipenderanno dall’andamento dell’inflazione, dei salari e dei servizi.