Pino è un bravo ragazzo, sempre sorridente e disponibile con tutti, soprattutto innamorato della figlia. Lo dicono tutti, gli amici, i conoscenti e nessuno si sognerebbe mai di dubitarne. Ma c’è un punto essenziale che, tante volte, si trasforma in punto di non ritorno: Pino è un essere umano, per cui fragile, come tutti, per cui può essere assalito da mostri così come purtroppo è accaduto. Pare che avesse già manifestato qualche segnale di squilibrio, di recente e quelli sono campanelli d’allarme che non andrebbero mai sottovalutati. C’è la famiglia, con cui confidarsi. Ci sono gli amici. Soprattutto, ci sono psicologi, psichiatri, centri di ascolto in cui operano specialisti che possono aiutare, che lo fanno quotidianamente. Perché quei fantasmi, quelle “voci”, non si combattono in solitudine, non si vincono senza preziosi alleati. Per grazia del Cielo, sono intervenuti gli Angeli ad attutire la caduta di Elena, la piccola è ancora sotto osservazione al Santobono ma è fuori pericolo. La piccola è viva, ha ancora una famiglia: una mamma distrutta dalla tragedia sfiorata e un papà che ancora sta cercando di capire quel che è accaduto in pochi attimi di follia. Chiedere aiuto, in certi momenti bui, non è umiliante. Al contrario, è un atto di grande coraggio.
Pino, un papà vinto dai “mostri invisibili”
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