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Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, ha lanciato un accorato appello in seguito all’omicidio avvenuto nel carcere di Fuorni, a Salerno. «Quello che più mi ha colpito – dichiara Ciambriello – è che i due protagonisti di questa terribile storia abitavano nella stessa cella. Il morto era assistito dal giovane immigrato che gli faceva da piantone. Nella casa la circondariale Antonio Caputo – spiega Ciambriello – vivono 200 detenuti in pou e mancano 100 agenti, oltre a mediatori linguistici. Occorrono – continua il Garante- anche più figure sociali all’interno degli istituti penitenziari».