Le regole del piano vaccinale li relegano al sesto posto

Polemica vaccini: i medici di base insorgono. Si sentono bistrattati

Si sentono bistrattati rispetto ai burocrati della sanità
Girolamo Budetti

Poche righe, in una mail che accompagna il testo integrale del piano di vaccinazione della Regione Campania, per manifestare il disappunto sull'ordine stabilito per la somministrazione delle dosi: i medici di medicina generale insorgono, tramite la sigla Fimmg ed il segretario Elio Giusto, perché collocati in sesta posizione dopo quelli che chiamano i "burocrati della sanità", i dirigenti medici che non sono a contatto con gli ammalati e che spesso lavorano da casa, in smart working.

Il tutto «nonostante la categoria dei medici di famiglia abbia il triste primato di avere tra le sue fila il 50 per cento dei 277 decessi tra i camici bianchi». La pietra dello scandalo è la tabella che individua i gruppi di rischio: ben 11, con in testa il personale medico e sanitario, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari delle strutture ospedaliere pubbliche, private accreditate; ed ancora gli operatori e gli ospiti delle Rsa e case per anziani, chi lavora al 118 e nell'emergenza-urgenza, gli altri dipendenti ospedalieri pubblici e privati e delle restanti strutture sanitarie. Poi si arriva alle direzioni strategiche (i cosiddetti burocrati della sanità). E soltanto dopo il piano prevede il vaccino per gli specialisti ambulatoriali, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta ed i loro assistenti, i medici in formazione, gli specializzandi ed i tirocinanti: ovvero coloro che spesso sono in trincea a fare il lavoro più "sporco" e quindi più rischioso. Un paradosso, che è previsto nelle linee guida nazionali e regionali che si giustifica con la necessità di blindare contro il Covid le strutture sanitarie. Ma i medici di base non ci stanno.

E come loro, storcono la bocca farmacisti, informatori scientifici, componenti Unità di crisi regionale, i volontari, gli operatori di studi medici/veterinari e odontoiatrici, i dipendenti dei laboratori privati accreditati. Anche in questo caso, si tratta di personale a contatto quotidiano con numerose persone, che andrebbe immunizzato il prima possibile.

Leggi anche

Adblock Detected

Please support us by disabling your AdBlocker extension from your browsers for our website.