Se la sinistra è lacerata tra i nostalgici della falce e del martello e gli illuminati che guardano al futuro più che ai simboli, i moderati sono tuttora in cerca di un centro di gravità permanente, che li aiuti a definire un quadro elettorale in piena fibrillazione su assetti ed alleanze tutte ancora da scrivere. La rottura tra l’Udc ed il Popolo delle Libertà, che nel frattempo ha imbarcato Mastella e quel che resta o resterà dell’Udeur, alimenta incertezze e dissapori, soprattutto quando non è chiara fino in fondo la linea da seguire. Per Casini l’Udc alle provinciali deve correre da sola, ma ormai sono in pochi a crederci. Guglielmo Scarlato s’è tirato fuori dalla contesa per motivi personali e lo spostamento dell’asse Udc verso il centrosinistra ed il candidato presidente Villani ha spaesato molti esponenti della prima e dell’ultima ora. Il presidente uscente lancia messaggi d’amore per convincere i titubanti ad allearsi al primo turno, ma nulla è scontato. Niente di deciso anche per le truppe mastellate, che sembrano pronte all’ennesima diaspora. La scelta dell’uomo di Ceppaloni di allearsi con il centrodestra sembra non piacere alla gran parte di consigliere ed assessori Udeur, dalla Provincia ai Comuni. Qui lo strappo è già consumato ed il Campanile salernitano è sempre più pericolante. E se la sinistra aspetta segnali dal Partito Democratico sul numero delle liste e dibatte al suo interno su una fusione di cartello che sembra, allo stato, improbabile, il centrodestra gongola delle divisioni altrui ma pensa a come gestire il caso Mastella e tiene in stand by l’Mpa. Il Movimento per le autonomie a Salerno è pieno di transfughi ex PdL poco graditi al candidato Cirielli, che chiede un potere di veto sul quale sono perplesse le segreterie dei partiti. L’unica certezza è che si voterà a giugno. Per il resto siamo in alto mare.
Politica in cerca di equilibrio
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