Stamani nuova protesta

Pomodoro cinese: continua la protesta della Coldiretti

Seguito il carico di pomodoro concentrato cinese dissequestrato e diretto nell'Agro
Francesca De Simone

Continua la protesta degli agricoltori Coldiretti al Porto di Salerno. Dopo il dissequestro, il carico di pomodoro concentrato arrivato dalla Cina, accusato di essere ottenuto con lo sfruttamento del lavoro delle minoranze, si è diretto verso un’azienda di trasformazione di conserve alimentari dell’Agro- sarnese – nocerino. Il prodotto finirà poi sulle tavole italiane. E’ per questo che oggi trenta motociclette hanno “accompagnato”, in segno di protesta, il carico.  Per l’occasione erano presenti il presidente regionale Ettore Bellelli, il consigliere nazionale Gennarino Masiello, i direttori Salvatore Loffreda e Vincenzo Tropiano.  Una protesta per ribadire lo “stop” al falso cibo italiano e per rilanciare ancora una volta la richiesta della revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale sull’origine dei cibi, quello che oggi permette il furto d’identità dei nostri prodotti made in Italy e fa vendere come italiano un prosciutto fatto con cosce di maiale provenienti dall’estero. “Come Coldiretti continuiamo senza sosta la nostra protesta – spiega il presidente di Coldiretti Ettore Bellelli – contro le importazioni sleali fatte con lo sfruttamento dei lavoratori cinesi o senza rispettare gli standard europei. Pratiche sleali che mettono a rischio la sopravvivenza di centinaia di nostre aziende, facendo crollare i prezzi del prodotto italiano proprio alla vigilia dei raccolti”. Il carico di concentrato di pomodoro è partito lo scorso 29 aprile sul treno della China-Europe Railway Express per essere trasferito su nave e arrivare nel porto di Salerno dopo un viaggio di diecimila chilometri tra binari e mare. Il 90% del concentrato di pomodoro cinese destinato all’esportazione viene dai campi della regione dello Xinjiang. Lo scorso anno l’Italia ha importato 85 milioni di chili di pomodoro trasformato cinese, nonostante il fatto che gli Stati Uniti ne abbiano vietato l’importazione sul proprio territorio dal gennaio 2021 per evitare di sostenere il lavoro forzato.  L’obiettivo di Coldiretti è quello di accrescere la consapevolezza sull’importanza che la sicurezza sanitaria degli alimenti riveste per la tutela della salute di tutta la popolazione. Sono ben 208 le allerte sanitarie notificate nel nostro Paese tra gennaio e inizio giugno 2024. Di queste quasi un quarto – rileva Coldiretti – viene dalla Cina che si piazza in testa alla classifica dei Paesi da cui arrivano più cibi contaminati, davanti a Spagna e Turchia.

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