Porta Ovest: indagini mettono a rischio il completamento dell’opera entro il prossimo anno

Redazione

Il sequestro di beni e liquidità per 31 milioni eseguito dalla Dia a Catania, Cosenza, Roma, Napoli e Brindisi è una mazzata di cui il cronoprogramma per il completamento di Porta Ovest potrebbe fortemente risentire, se è vero che il filone patrimoniale dell’indagine sull’opera punta a capire come siano stati impiegati i fondi pubblici stanziati per l’investimento; fondi, in larga parte, di origine comunitaria. Proprio l’Unione Europea potrebbe aprire una procedura sull’effettivo utilizzo dei soldi per le finalità previste dal progetto, visto che la Procura di Salerno e la Direzione Investigativa Antimafia stanno indagando persone e società che avrebbero distratto quei fondi dal loro scopo originario per ricavare liquidità da usare per ripianare altri debiti o per finalità diverse da Porta Ovest. Sulla carta il cantiere dovrebbe ultimarsi entro un anno, a dicembre 2018, dopo una cessione da parte dell’appaltatrice Tecnis ad un’altra impresa capace di completare i lavori. Nel mezzo c’è l’indagine che vede sotto la lente più di trenta persone tra amministratori, legali, rappresentanti di aziende ed imprenditori del settore edile, movimento terra e marittimo. Per il momento i dubbi si concentrano sui 31 milioni sequestrati ieri, per sottrarli alla disponibilità degli indagati per malversazione ed indebita erogazione con danno allo Stato. Ma l’importo totale di Porta Ovest sfiora i 150 milioni e la portata come gli effetti di quest’inchiesta potranno essere più chiari solo nelle prossime settimane. https://www.youtube.com/watch?v=z5EdCyRGUDU

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