Usa la sciabola- non certo il fioretto- Pietro Spirito, quando a margine della firma del protocollo con l’Università per il master in Economia del mare si toglie qualche sassolino dalle scarpe attaccando a testa bassa la precedente gestione dell’autorità portuale di Salerno. Spirito oggi guida un organismo complesso, la neonata autorità del Tirreno Centrale, che concentra nelle sue mani gli scali di Salerno, Napoli e Castellammare di Stabia. L’attacco parte quando il presidente sostiene che la questione del mancato dragaggio, come dell’assetto gestionale trascorso del porto di Salerno, va spiegata bene ai cittadini, altrimenti non si capisce perché oggi ci sono ancora dei problemi. Spirito utilizza una battuta, per introdurre il discorso: «diciamo che Salerno aveva un ottimo ufficio stampa mentre Napoli aveva un pessimo ufficio stampa». «Era un effetto ottico sbagliato – spiega Spirito – Eliminati i veli di questa realtà sono emersi tutti i problemi». «La vicenda del dragaggio – continua il presidente dell’autorità portuale – è molto intricata, tant’è che il progetto è stato bocciato per ben 3 volte e alla fine sono state imposte 25 prescrizioni ciclopiche, con un aumento dei costi di 5 milioni». Spirito rivela l’interlocuzione complessa, tuttora in corso, col ministero dell’Ambiente per spiegare che forse ci possono essere soluzioni più utili per la collettività ed anche meno costose. Ovviamente è un lavoro sinergico, fatto con la Regione Campania. L’obiettivo è dragare i fondali, spostare i sedimenti, livellare il tutto e permettere l’attracco di navi commerciali e turistiche di portata maggiore. Preliminarmente, però, il ministero dell’ambiente dovrà campionare la sabbia da Punta Licosa a Punta Campanella e rendere noti gli esiti propedeutici all’apertura del cantiere. https://www.youtube.com/watch?v=UnD2cFAfFXs
Porto di Salerno: presidente Autorità Tirreno Centrale attacca precedente gestione
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