Precari Scuola: la situazione si complica

Redazione

Un tavolo tecnico per risolvere il problema dei precari della scuola. Questo l’esito dell’incontro odierno che i sindacati hanno avuto a Roma. ”Un incontro interlocutorio da cui non e’ uscito nulla di concreto. Giovedi’ 3 settembre partira’ il tavolo tecnico ma e’ necessario che ci siano risposte concrete in linea con i tempi di realizzazione visto il prossimo avvio del nuovo anno scolastico. Bisogna stabilire le modalita’ organizzative riguardanti le immissioni in ruolo e gli ammortizzatori a favore dei 16.500 precari annuali che a settembre si ritroveranno disoccupati a causa dei tagli. A Salerno la mobilitazione continua. Ieri l’Amministrazione Provinciale di Salerno si è attivata per sostenere le legittime proteste dei precari della Scuola. Sull’argomento si è pronunciato anche consigliere Comunale Nicola Landolfi che in una nota ha espresso solidarietà ai precari chiedendo il ritiro immediato dei provvedimenti di tagli agli organici che provocherebbero diverse migliaia di disoccupati. La protesta – prosegue Landolfi in un nota – compromette ulteriormente il tessuto sociale del meridione d’Italia e discrimina una parte del paese già pesantemente penalizzata. Una situazione complicata che rischia anche di fomentare tensione, se non si accelera. Inizia l’anno scolastico e i precari restano a terra. E’ una situazione che puo’ sfuggire di mano. I tagli cosi’ come sono non consentono soluzioni. Il rischio vero – secondo molti precari – è che la riforma sia stata fatta ad arte per creare una situazione di conflitto tra docenti precari e di ruolo, tra insegnanti abilitati e non abilitati, tra supplenti e indeterminati. In questo modo il Governo tenderà a scaricare la colpa della situazione sui concorsi pubblici che, alla lunga, corrono il rischio di essere eliminati per passare all’assunzione diretta degli insegnanti”. A far dibattere, in particolare, la richiesta di abilitazione a docenti che, da dieci o quindici anni, stanno regolarmente esercitando la professione e a cui i governi che si sono susseguiti hanno confermato gli incarichi di anno in anno: “Ci hanno permesso di guidare l’autobus per quindici anni e ora ci chiedono la patente di guida per verificare se possiamo guidarlo” è l’efficace metafora di alcuni docenti che sintetizza perfettamente questa situazione difficile.

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