Le primarie hanno segnato una grande festa di democrazia, ma d’altronde per un partito che si professa democratico sin dal nome non poteva essere altrimenti. Il Pd esce rafforzato nelle sue dinamiche territoriali dal voto di domenica che ha coinvolto iscritti, militanti, simpatizzanti ma ha pure certificato assetti, legittimato ambizioni, rafforzato leadership segnato il passo di ogni polemica. Nel salernitano, dove la mozione del neo-segretario Matteo Renzi ha sfiorato il 74%, vengono eletti 17 membri all’assemblea nazionale del partito. Il voto bulgaro di Salerno favorisce il ritorno di Piero De Luca, coordinatore dei renziani campani e capolista nel collegio Salerno-Costiera. Per la mozione Renzi, dentro pure Paola Landi, il consigliere comunale Antonio D’Alessio, il presidente della Provincia Giuseppe Canfora, Margherita Rinaldi e l’ex sindaco di Siano, Gerardo Riccio. Nel collegio battipagliese e della piana del Sele entrano Carmine Ansalone e Paola Massarelli, oltre ad Angelica Saggese: primo dei non eletti Andrea Volpe. A sud entrano da Agropoli Franco Alfieri, l’ex consiglie regionale Anna Petrone, il sindaco di Casalbuono Attilio Romano. Non solo renziani, però: dal salernitano in assemblea nazionale approdano per la mozione Emiliano il vicesindaco di Monte San Giacomo Angela D’Alto, Vincenzo Sica e Pietro De Luca. La mozione Orlano ottiene un seggio a testa per Antonio Cuomo e Giancarlo Palmiro D’Ambrosio.
Primarie Pd: i diciassette salernitani eletti nell’assemblea nazionale
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