Fischietti e tamburi diventano amuleti scacciapensieri nell’ennesimo primo maggio all’insegna della crisi economica e del lavoro che non c’è. I lavoratori dell’Alcatel se lo sono stampato sulle magliette arancioni che hanno scelto per il corteo di Nocera Inferiore: Dignità e non precarietà. Questo chiedono insieme a chi oggi, in piazza, sogna di farsi una famiglia; insieme a chi ha vissuto, ne ha viste tante e da pensionato sente ancora l’appartenenza ad una bandiera. Qualche irriducibile dell’ideologia si distingue mentre gli striscioni si distendono, la musica della banda è pronta a salire ed il corteo comincia a snodarsi per le via di Nocera. Gli slogan ed i sorrisi fanno sembrare meno amara l’incertezza per un posto di lavoro che oggi è precario e domani non si sa. Bella ciao, l’internazionale l’inno di Mameli uniscono i lavoratori, gli stessi che ascoltano Giancarlo, precario dell’Acatel, cui spetta il compito di aprire il comizio in piazza Municipio. Le istituzioni sentono la pressione dei sindacati che chiedono al Governo centrale ed agli enti locali di non dimenticare il sacrificio di tanti lavoratori, che a volte pagano il prezzo della vita stessa. Sicurezza non vuol dire solo stabilità del posto, ma anche rispetto delle regole. Ma questo Primo maggio è dedicato anche alle vittime del terremoto in Abruzzo. In piazza ci sono gli operai del settore industriale e manifatturiero, ma le difficoltà colpiscono anche i servizi e la sanità, dove sono centinaia i posti a rischio.
Primo Maggio in piazza a Nocera
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