Assoluzione anche in appello per Vincenzo De Luca e per tutti gli imputati del processo Crescent.
La sentenza è stata pronunciata oggi dalla Corte d'Appello di Salerno.
In questo secondo grado di giudizio la Procura aveva chiesto la condanna dell'ex sindaco di Salerno ad 1 anno e 6 mesi (come per il primo grado) definendolo «dominus delle illegalità».
Chiesti un anno e quattro mesi, invece, per gli imprenditori edili Rocco Chechile ed Eugenio Rainone; un anno e due mesi all'ingegnere Lorenzo Criscuolo e ai funzionari del Comune e della Soprintendenza: Matteo Basile, Anna Maria Affanno, Giuseppe Villani.
Ventidue gli imputati totali, di cui 2 deceduti, mentre per 15 è intervenuta la prescrizione per l'abuso d'ufficio.
In primo grado il Tribunale aveva sentenziato l'assoluzione di tutti gli imputati al termine di un processo iniziato il 23 dicembre 2014 e durato 57 udienze, fino a concludersi nel settembre 2018.
Il Crescent prese forma nel 2007, con le prime delibere della giunta comunale di Salerno. Delibere che affidarono la progettazione definitiva dell'emiciclo di cemento ideato dall'architetto catalano Ricardo Bofill.
L'opera, articolata in sei settori con abitazioni, uffici, locali commerciali e box auto riuniti in un complesso architettonico, prevedeva un volume di circa 90mila metri cubi, un estensione su 300 metri e un'altezza di 30 metri sopra la spiaggia di Santa Teresa. Fu poi leggermente ridimensionata in corso di realizzazione.
Ventidue le udienze del processo in appello. In ballo c'era anche la confisca dell'edificio, quindi l'aspetto amministrativo, oltre a quello penale.