Proclamati i nuovi Dottori di Ricerca dell’UniSa: 150 studiosi su cui puntare in futuro

Redazione

L’Aula Magna dell’Ateneo di Fisciano ha ospitato la Cerimonia di proclamazione dei Dottori di Ricerca dell’Università di Salerno. 120 dottorandi del XXIX Ciclo e 30 dottorandi afferenti a Cicli precedenti sono stati ufficializzati dottori di ricerca dai loro coordinatori. L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali del Rettore Aurelio Tommasetti che ha dichiarato: “L’Ateneo di Salerno ha puntato e continua assiduamente a puntare sulla Ricerca. In questi quattro anni da Rettore abbiamo guadagnato, proprio per le attività di ricerca, circa 30milioni di euro, e questo non perché si sia allargata la torta dei finanziamenti distribuiti alle Università, ma semplicemente perché Unisa si è distinta per la sua produttività scientifica. Non solo. Salire nella graduatoria delle classifiche internazionali, dal Times all’ultima SCImago, è un ulteriore segno tangibile degli avanzamenti compiuti dal lavoro dei nostri ricercatori. Ebbene, credo che questa sia la strada maestra da seguire. La cerimonia di oggi è un evento doveroso di attenzione ai nostri ricercatori, ai nostri studiosi e alle loro famiglie”. Ai nuovi dottori di ricerca dell’Università di Salerno è stata dedicata la Lectio magistralis tenuta dal professor Eugenio Coccia, Rettore del Gran Sasso Science Institute de L’Aquila. Un’interessante e approfondita Lectio di fisica, che ha approfondito diverse tematiche, dal modello geocentrico attribuito a Tolomeo, passando per la rivoluzione copernicana sino ad arrivare alle teorie contemporanee sull’universo, offrendo alla platea dell’Aula Magna di Ateneo un affresco prezioso e affascinante dell’attuale cosmo. “L’Università italiana – ha detto Coccia – se per la sua qualità è assolutamente europea, per numero di dottorati e ricercatori non lo è ancora. Abbiamo pochi ricercatori, non perché abbiamo pochi talenti, ma perché abbiamo una scarsa sensibilità alla ricerca e all’innovazione. Sforniamo ricercatori e dottorandi molto bravi, che infatti all’estero trovano subito occupazione, ma che noi non riusciamo a valorizzare nel nostro Paese. Questa giornata in cui consacriamo nuovi dottori di ricerca è una giornata di festa: il talento va coltivato, premiato e queste cerimonie sono utili per il giusto riconoscimento al percorso di studio e sacrificio compiuto da questi giovani studiosi“.

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