Davanti Palazzo Santa Lucia ristoratori, cuochi e personale di sala arrivano in divisa, con stoviglie e tovaglie, apparecchiando sul marciapiedi per un servizio immaginario, a simboleggiare la rabbia per lo stop imposto dal Governo con un decreto che lascia scontenti tutti.
Le voci
«Rappresentiamo 300mila gestori in Italia e 35mila in Campania- dicono i delegati di Fipe Confcommercio, a nome anche delle altre sigle che hanno dato vista a questa singolare forma di protesta- Non possiamo accettare pesanti limitazioni senza che siano concordate prima. Abbiamo subito in un mese 9 ordinanze e 5 dpcm che mettono a dura prova non solo i ristoratori, ma anche l'indotto (come la filiera agroalimentare) ed i commercianti che senza i locali aperti saranno penalizzati negli affari.
Le richieste
In questi mesi i ristoratori dicono di aver garantito la sicurezza ai clienti, di aver studiato ed applicato protocolli d'igiene facendo investimenti in proprio. Dicono no alle scelte calate dall'alto e chiedono rispetto per una categoria che dà da vivere a 300mila persone solo in Campania, che in concreto vuol dire decisioni concordate e tempi certi sulla liquidità promessa dal Governo ed in arrivo sui conti correnti.