Si ritrovano lassù, due grandi amici. Si rivedono nella Terra dei Giusti, regalandosi un sorriso e un abbraccio, proprio come facevano davanti al Bar, prima di schiudere le porte del Presepe. Oggi, il centro storico cittadino – seppur popolato da salernitani e turisti – è assai più vuoto. Mancano e mancheranno loro: Il Maestro Carotenuto e Peppe Natella. Parli di loro e pensi al Natale. Li nomini e pensi a Salerno, al teatro, all’arte. Ci rifletti giusto un attimo e pensi alla preziosa eredità che hanno lasciato qui, nel cuore della città, a disposizione di quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerli e delle generazioni che verranno. Il Presepe di Mario Carotenuto, che fortemente volle Natella, resta lì a rappresentare una natività tutta salernitana, un’opera d’arte realizzata nel tempo, in cui i pastori sono i salernitani illustri, persone divenute personaggi, uomini e donne che hanno scritto le pagine della nostra storia. Tra quei pastori, ci sono anche loro: Mario e Peppe. Quelli che hanno realizzato un miracolo, che in principio era un presepe e oggi è il Presepe. Dove, ora, qualche lacrima in più inumidirà gli occhi dei visitatori. Dove, ora, qualche “grazie” in più diremo, guardando il cielo.
Quei due, nel Presepe…
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