I Sindacati dei Medici di famiglia contestano la decisione assunta dalla Regione Campania

Quel giuramento da onorare…

La pandemia è un caso di pubblica calamità: il dovere di un medico è mettersi a disposizione
Ivano Montano

Nostro dovere: quello di dare spazio alla posizione assunta dalle organizzazioni sindacali dei medici di famiglia che, in una nota congiunta, contestano apertamente le modalità con cui la Regione Campania intende coinvolgere i medici di base nell'organizzazione della campagna vaccinale perché – si legge – si rischia, in tal modo, di bloccare l'attività degli studi a causa di una forzatura interpretativa del recente accordo regionale, che prevede che i pazienti fragili in carico ai medici di medicina generale siano vaccinati e registrati con le loro schede anamnestiche sul portale della Regione Campania. "Si tratta – affermano i sindacati – di pazienti impossibilitati a deambulare o con gravi patologie. Per la registrazione di ogni paziente occorre un certo lasso di tempo, per questo non è ipotizzabile che tutti i pazienti di un medico di famiglia debbano essere registrati con la loro scheda. Questo comporterebbe il blocco degli studi dei medici di famiglia di tutta la regione. La fase organizzativa della campagna vaccinale ha bisogno di un'accelerazione alla luce delle disfunzioni di questi giorni; questo scatto può avvenire solo le strutture pubbliche, le ASL, i centri vaccinali, con il proprio personale amministrativo, infermieristico, medico, diventino i principali protagonisti dell'iniziativa. I medici di medicina generale, come sempre, daranno il loro contributo. Non chiediamo, però, a loro il blocco delle proprie attività ambulatoriali, perché ne va di mezzo la salute di tutti cittadini campani", conclude l'Intersindacale nella nota.

Detto questo, passiamo al dovere di un medico, qualunque sia la sua qualifica o specializzazione, che è sempre stato e resta ciò che impone il giuramento di Ippocrate, soprattutto in quel passaggio che recita: "giuro di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente". Senza troppi giri di parole: quello attuale è certamente un caso di pubblica calamità, visto che ci troviamo nel pieno dell'onda pandemica, esistono persone, soprattutto i soggetti fragili, che hanno bisogno di assistenza d'urgenza, c'è un'autorità competente che è la Regione Campania. Dunque, non resta che mettersi a disposizione, perché di tutto abbiamo bisogno, in questo momento, tranne che di ulteriori battaglie e ulteriori ritardi.

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