Quella grinta a intermittenza…

Redazione

Un giorno nella polvere, un altro sugli altari. Nel calcio, ci sta. Così come ci può stare che una squadra dia il massimo e anche qualcosa in più in una partita e poi se la prenda più comoda in un’altra. Il fatto è che questa Salernitana, partendo dal presupposto che sia un gruppo prima ancora che una formazione, in questo momento topico del campionato che la vede seriamente candidata al purgatorio dei play-out che facilmente diventa inferno di terza serie, deve comportarsi da gruppo, insomma deve fare blocco unico e giocare ogni partita da qui alla fine del torneo con il sangue agli occhi. Da qui alla fine, restano da affrontare 11 Grosseto e non 11 Ancona, per dirla chiaramente. La Salernitana morbida e sfilacciata del Del Conero ci porta a fare cattivi pensieri: non è che contro i maremmani sono scesi in campo i duri solo perché c’era un conto da regolare a livello di singoli? La grinta, il furore agonistico non sono componenti da utilizzare a intermittenza, se si vuole dimostrare attaccamento a questa casacca e voglia di fare qualcosa di grande per questa città e non per sé stessi. In organico, ci sono molti elementi fortemente voluti dal DG Fabiani che – secondo le voci di dentro – avrebbe già pronte le valigie e, in questo senso, un eventuale “disimpegno” del direttore generale potrebbe in qualche modo “contagiare” anche parte della squadra. Sia ben chiaro, sono soltanto cattivi pensieri dettati dal momento tutt’altro che roseo, ma per sgomberare il campo da qualsiasi congettura e fugare ogni dubbio c’è una sola strada: ricompattare ogni componente, abbracciarsi con la maglia anche una croce e conquistare questa benedetta salvezza. Con un pizzico di cervello e tanto cuore.

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