Chiesto il rinvio a giudizio per il cardiochirurgo Enrico Coscioni, primario dell'Ospedale Ruggi e consulente per la sanità alla Regione Campania. Il caso è quello di una ragazza che morì due anni fa in seguito ad un intervento chirurgico.
Enrico Coscioni potrebbe essere chiamato a rispondere della morte di una paziente, per colpa medica in concorso con il chirurgo Antonio Longobardi. La decisione sarà presa martedì prossimo al termine dell'udienza davanti al gup Alfonso Scermino, del tribunale di Salerno. La richiesta è stata avanzata dal pm della Procura, Mafalda Cioncada, al termine di indagini durate quasi due anni.
Il caso riguarda il decesso di una ragazza, Lucia Ferrara, 17 anni, di Cava de' Tirreni. Secondo l'accusa è morta a settembre 2019 in seguito a due interventi chirurgici al cuore, eseguiti in successione all'ospedale Ruggi d'Aragona dall'equipe guidata dal cardiochirurgo Coscioni.
Nel fascicolo nato dalla denuncia dei familiari della ragazza compaiono ipotesi di negligenza, imperizia e imprudenza, tanto da spingere i legali a citare anche l'azienda ospedaliera per il risarcimento del danno, nella persona del direttore generale Vincenzo D'Amato.
Lucia Ferrara accusò forti dolori alla testa e per questo fu accompagnata al pronto soccorso dell'Ospedale di Cava. Da lì, fu trasferita al Ruggi a Salerno, dove apparve chiara un'insufficienza mitralica. Alla famiglia della diciassettenne fu suggerito un intervento chirurgico. Operazione durata oltre 4 ore, con complicazioni e ricovero in terapia intensiva. Quattro giorni dopo, Lucia fu rioperata ma non riuscì a superare il secondo intervento.
Secondo le perizie di parte, ci sarebbero stati errori in sala operatoria tali da provocare un'occlusione dell'arteria circonflessa, una procedura errata su un bypass ed un conseguente infarto del miocardio. Di qui, la richiesta del pm Cioncada di rinvio a giudizio.