I Carabinieri della Compagnia di Salerno agli ordini del Capitano Corvino si sono messi sulle tracce dei responsabili del violento pestaggio di un 14enne. Non si parla di rissa, di scazzottata, soprattutto non ci si azzardi a parlare di ragazzata, perché qui c’è poco da minimizzare: parliamo di una brutale aggressione di gruppo, con il branco che si accanisce contro la preda, scene purtroppo già viste e narrate di un momento storico in cui la civile convivenza va in malora. Roba che altrove ha provocato danni indelebili, ha causato lutti. Evidentemente, la triste storia di Willy – ammazzato di botte per un nonnulla – non ha insegnato niente a certi ragazzi con la testa chissà dove. Una robusta razione di calci e pugni, la pena da scontare per un ragazzino, per uno sguardo furtivo a una coetanea. Cose da pazzi, si direbbe, ma cose ordinarie se si vanno a contare episodi simili a Salerno come in provincia. Il malcapitato è stato medicato al pronto soccorso del Ruggi d’Aragona, ne avrà per una trentina di giorni, dove – accompagnato dalla madre – ha denunciato l’accaduto. Dove non arriva il buon senso, dove nulla può nemmeno la prevenzione, è obbligatorio passare alla repressione. Innanzitutto, puntando le telecamere di videosorveglianza su Piazza della Libertà, ormai tra i luoghi più frequentati della movida. Se è basso il livello di autocontrollo comune, va innalzato il livello di controllo.
Ragazzi “fuori”: il dramma di Willy non ha insegnato nulla?
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