Ci sono ancora tanti interrogativi a cui dare risposta sulla tragedia di Ravello, costata la vita a Nicola Fusco, il giovane autista del bus precipitato nel vuoto lunedì scorso sull’ex strada regionale 373: le indagini sono in corso per ricostruire nei minimi dettagli l’accaduto. Dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, al vaglio degli inquirenti, emergerebbe una presunta situazione di pericolo determinata dal manto stradale reso sdrucciolevole dalla pioggia e la mancata tenuta del muro che delimita la carreggiata dal precipizio. Il mezzo, lungo poco più di nove metri, sembrava procedere lentamente in quel tratto, ma sarebbe slittato in curva e, di conseguenza, si sarebbe adagiato sul muretto, sbriciolatosi all’impatto. Ieri sul luogo del tragico incidente sono tornati il pm Rinaldi, assieme al ctu nominato dalla Procura, e i Carabinieri della Compagnia di Amalfi, a cui sono affidate le indagini. Al vaglio della magistratura ci sono varie ipotesi ed è stato intanto ordinato il sequestro dell’autobus, mentre per la salma dello sfortunato 29enne di Agerola è stato disposto l’esame autoptico. Nel frattempo la strada che unisce Ravello al bivio di Castiglione è stata riaperta. Nelle scorse ore è arrivato l’ok dai tecnici della Provincia, ente competente dell’arteria in questione, che è stata messa in sicurezza. Domani, su quel tratto maledetto, passerà la carovana del Giro d’Italia, nell’ambito della sesta tappa. Il via libera è arrivato al termine della riunione in Prefettura.
Ravello, la verità dalle telecamere: il bus procedeva piano
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