Non sono bastati 22 anni di attesa, una gestazione di oltre due mesi e due votazioni unanimi in commissione Statuto per approvare il nuovo regolamento di Polizia municipale. Quello che doveva essere un passo avanti si è trasformato in una pesante battuta d’arresto, mettendo a nudo divisioni insanabili all’interno della maggioranza e attirando critiche feroci dall’opposizione.
Lo stesso Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, aveva già lanciato segnali di insoddisfazione durante l’accensione delle Luci d’Artista, con un duro commento: «Avete dormito in piedi, si parte a febbraio…». Una frase che sembrava riferirsi ai ritardi nelle iniziative natalizie, ma che oggi risuona come un monito per l’intera gestione amministrativa della città.
Il regolamento, presentato con il sigillo dell’assessore alla Sicurezza Claudio Tringali, ha trovato un muro anche tra i banchi della maggioranza. La vicesindaca, assente durante l’ultima riunione di Giunta che aveva approvato il testo, ha proposto di ritirarlo e riportarlo in commissione, evidenziando una frattura profonda. E così è stato: il dibattito in aula si è trasformato in una resa dei conti.
A far crollare ogni tentativo di mediazione sono stati gli interventi dell’opposizione che hanno dato il via a una serie di critiche interne. Tra i punti contestati emergono il divieto di consumo di alcol in strada, l’obbligo della museruola per i cani di grossa taglia e le regole sulla diffusione sonora. Aspetti che molti consiglieri di maggioranza hanno definito “sostanziali”, rifiutandosi di votarli.
Messo alle strette, Tringali ha scaricato la responsabilità sulla maggioranza, ma la risposta non si è fatta attendere: «L’assessore c’è in commissione, ma non dialoga con noi, forse sarebbe il caso che lasciasse…», hanno dichiarato alcuni esponenti della stessa coalizione come riporta La Città
Intanto, resta irrisolta anche la questione del regolamento sulla sosta per le persone disabili, bocciato due volte dal TAR. Palazzo di Città è stato condannato al pagamento delle spese processuali, e la consigliera del M5S ha chiesto che tali costi siano addebitati ai responsabili, individuati nell’assessore alla Mobilità Rocco Galdi e nel dirigente che avevano inserito la norma censurata.