Anche nel primo semestre del 2022 emerge nel salernitano la presenza di una pluralità di sodalizi criminali, molti di questi storici, ma anche nuovi gruppi emergenti: tra di loro c’è un’accesa conflittualità determinata dai vuoti di potere creati dalle pressanti operazioni di polizia. E’ quanto emerge dal report semestrale della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, che parte dalla relazione della presidente della Corte d’Appello, Iside Russo, la quale punta l’accento su come l’emergenza pandemica e la relativa crisi abbia creato l’occasione per le organizzazioni criminali ‘di strutturare e dirigere alle Infrastrutture Critiche attacchi ad ampio spettro‘. Così, accanto ai tradizionali affari illeciti legati, ad esempio, al traffico di stupefacenti, anche alcuni sodalizi del territorio sono riusciti ad infiltrarsi in settori nevralgici come quello della gestione di servizi o della realizzazione di opere pubbliche. Inoltre, la crisi economica generata dall’emergenza Covid avrebbe favorito ulteriormente l’impiego di capitali illeciti sia nelle filiere produttive e nei servizi essenziali che non hanno risentito della crisi, sia nei settori maggiormente colpiti. Con riferimento alle dinamiche di sviluppo criminale, il Procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, ha sottolineato come sia cambiato anche il modus operandi, in particolare per le organizzazioni a Sud di Salerno e, quindi, come dalle forme tradizionali di intimidazione, riconducibili al 416 bis, si sia passati ad altre più sfuggenti, ‘che prescindono completamente dall’uso della violenza e della minaccia e si avvalgono della capacità di condizionamento della pubblica amministrazione e della classe politica’. Per quanto concerne la ‘geografia’ criminale il procuratore Borrelli sottolinea l’autonomia acquisita dalla criminalità organizzata nella città di Salerno, tanto da ritenere superata la classica divisione di tre contesti territoriali in provincia. Si suddivide così il territorio in quattro macroaree: il capoluogo, l’Agro, la Piana del Sele, in cui risultano compresi Eboli Battipaglia e Capaccio ed il Cilento. Nella città di Salerno si conferma egemone il clan D’Agostino, soprattutto per la gestione degli stupefacenti, anche se si registra l’ascesa di nuovi gruppi emergenti e di storici esponenti criminali recentemente scarcerati. I riflettori vengono puntati anche sul Porto di Salerno finito spesso al centro di rotte anche internazionali per traffici illeciti di rifiuti, armi, tabacchi lavorati e droga. A Cava dei Tirreni, si confermerebbe la presenza del clan Bisogno, dedito prevalentemente alle estorsioni, all’usura e al traffico e spaccio di stupefacenti avvalendosi anche di proprie articolazioni, tra le quali la famiglia Zullo. L’agro nocerino-sarnese”, in ragione della sua collocazione geografica, subisce storicamente l’influenza delle organizzazioni criminali partenopee. Qui ci si avvale di strategie sempre più evolute per l’infiltrazione dell’economia legale ai fini di riciclaggio. Nel corso degli anni, l’incisiva azione di contrasto ha determinato una sensibile mutazione degli equilibri criminali nell’area, favorendo la formazione di “gruppi minori autonomi” i clan Aquino-Annunziata di Boscoreale (NA) e Graziano di Quindici (AV). Con riferimento al Comune di Pagani, risulterebbe confermata l’operatività delle famiglie De Vivo, Fezza e Confessore mentre a Sarno permarrebbe il clan Serino. Il territorio di Angri risulterebbe sotto l’influenza criminale del clan Fontanella. Gli interessi illeciti dei gruppi camorristici dell’Agro nocerino-sarnese sarebbero tuttora prevalentemente orientati allo spaccio di stupefacenti, all’infiltrazione negli appalti pubblici, ai prestiti usurari ed alle estorsioni. La Piana del Sele “si caratterizza per la significativa presenza di insediamenti produttivi nel settore agricolo e nell’indotto caseario correlato all’allevamento di bufale”. L’area è storicamente sotto l’influenza del clan Pecoraro- Renna i cui esponenti apicali, attualmente detenuti, manterrebbero il controllo del territorio tramite taluni esponenti di assoluta fiducia. Nel recente passato sarebbero anche state documentate alleanze con i gruppi napoletani Cesarano-Mallardo, nonché con altri sodalizi della provincia come il clan De Feo, un tempo contrapposto.
Relazione DIA: ecco come si muovono i clan nel salernitano
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