Rigori maledetti: Merino costretto a farsi da parte

Redazione

E’ opinione comune che se la Salernitana avesse trasformato quel maledetto calcio di rigore, il risultato della decisiva sfida all’Arechi magari sarebbe stato diverso. Il rimpianto non serve a nulla ma, ripensando alla successione degli eventi in campo, la rabbia per quel penalty gettato alle ortiche è ancora tanta, forse troppa. Dal dischetto si presenta un Fava apparentemente già rassegnato, senza mordente. Il suo tiro dagli undici metri finisce direttamente tra le braccia di Calderoni. Quella che poteva essere la svolta della partita si è trasformata in un suicidio. Eppure, una gara fa, all’Arechi, è stato proprio un calcio di rigore realizzato a spalancare le porte del successo alla Salernitana. In quell’occasione non a caso, Merino sequestrò il pallone, portandosi direttamente sul dischetto, senza fallire l’obiettivo. Evidentemente, però, l’atteggiamento del sudamericano non ha riscosso successo negli spogliatoi. E così, appena si è ripresentata l’occasione, gli allenatori della Salernitana hanno ben pensato di sacrificare la carica di Merino in virtù dell’esigenza di sbloccare Fava. Il risultato finale è stato quello di affossare definitivamente la Salernitana. Nei momenti difficili dovrebbe essere la lucidità ad emergere su tutto. Nel calcio le gerarchie, a volte, andrebbero messe a parte, soprattutto quando in palio la posta è così alta. Un allenatore attento e lucido dovrebbe essere sempre pronto anche a stravolgere la lista dei rigoristi. Mandare Fava sul dischetto si è rivelata una scelta infelice con un epilogo largamente prevedibile. Tra l’altro non è un caso che gli unici due rigori realizzati dalla Salernitana siano stati calciati da Cozza, alla terza giornata col Modena, e da Merino, due settimane fa, contro l’Ancona. Con la Triestina, al Nereo Rocco, fu sciupata un’altra occasione simile, all’epoca della gestione di Brini. Anche grazie a questi errori la Salernitana è arrivata al punto di non ritorno, ma di questi tempi è meglio non parlare delle “sviste” degli allenatori granata. Loro non sbagliano mai.

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